ABITO DI STILE
Per noi l’abito di stile resta ancora l’abbigliamento più elegante, sempre che linea, colore e tessuto siano quelli giusti, ovvero appropriati all’occasione, all’ora della giornata, alla stagione e al clima. Non si tratta di un ordine casuale, perchè la linea, o taglio, è davvero il fattore più importante.
Importante perchè un buon taglio è alla base dello “stile”. Quello stile “made in italy” tanto apprezzato in tutto il mondo, frutto della genialità e della creatività dei migliori maestri sartori.
TESSUTI Da sempre solo tessuti di primissima qualità e rigorosamente di fibre naturali. Le nobili flanelle inglesi, le superbe tasmanie di merinos australiane tessute nei migliori telai del biellese. Dai 110 ‘s ai 180 ‘s.
Le splendide giacche cardate scozzesi, i caldi e pregiati cashmere con cui realizzare superbi soprabiti. E poi i lini irlandesi e italiani, gli shantung di seta, i cotoni inglesi. Solo il meglio della drapperia.Una tecnica modellistica personale che parte dallo studio anatomico del singolo cliente. Ogni elaborato tecnico è il frutto di un’attento ed accurato studio che rende il modello geometrico un “pezzo unico”.
ll taglio rispetta le più antiche regole. Il piazzamento del modello sul tessuto viene effettuato manualmente, i contorni e le linee vengono segnati attraverso l’utilizzo dei gessi. Entrano in gioco, in questa fase, lo stile e il gusto e la sapiente mano dell’artista, fattore determinante. La fase del taglio si conclude con l’utilizzo di antiche forbici tradizionali italiane e tedesche.Un sistema tradizionale che rispetta le più antiche e migliori tradizioni della grande sartoria italiana. Gli attrezzi di un tempo e la sapiente manualità dei maestri. Utilizzo delle migliori fibre naturali, dei migliori accessori.Ogni singola operazione eseguita completamente “a mano”, dal piazzamento del tessuto fino al completamento delle “rifiniture”. Ingredienti importanti per assecondare al meglio una clientela raffinata.
Sito ufficiale
Fin dal XIX secolo la sartoria siciliana ha rappresentato un bacino di eccellenze, dal quale emergevano fuoriclasse formatisi negli anni 30 come La Parola a Palermo o Pirri a Messina. Nonostante la limpida vocazione, alimentata da una clientela colta ed esigente, non si può dire che sia esistita una scuola siciliana contraddistinta da un’impronta univoca. Le botteghe si dividevano in filolondinesi e filonapoletane.Lo stile inglese era conosciuto in modo diretto e approfondito sia grazie alla quantità di gentiluomini che vestivano a Londra, come Ignazio Florio e famiglia, sia per diretta esperienza. Molti artigiani, tra cui lo stesso La Parola, si erano infatti perfezionati in sartorie inglesi e ne avevano importato alcuni caratteri, in particolare la tracciatura decisa di linee e volumi. Altrettanti si erano perfezionati a Napoli, importando morbidezze e sfumature. Se c’è un tratto comune a entrambe, è nell’aver sempre scartato gli eccessi «regionali» sia di una scuola sia dell’altra.
